Il binge eating disorder (BED), o disturbo da alimentazione incontrollata, è una condizione che colpisce molte persone, ma che spesso viene confusa o sottovalutata.
Quando parliamo di disturbi alimentari dobbiamo ricordarci che non stiamo parlando di capricci o, come in questo caso, di sovralimentazione, ma di condizioni che impattano su salute fisica, benessere emotivo e qualità della vita di chi ne soffre.
In questo video esploreremo cos’è il BED, le sue caratteristiche principali, l’influenza che hanno i fattori sociali come ad esempio la diet culture e come un approccio basato sulla consapevolezza e sul mindful eating possa essere un valido supporto per ritrovare il proprio equilibrio con il cibo.
Il BED è caratterizzato da episodi ricorrenti di abbuffate incontrollate, durante i quali una persona consuma grandi quantità di cibo in un breve periodo di tempo, sentendosi incapace di fermarsi e provando una forte sensazione di perdita di controllo (come in uno stato di trance), spesso seguiti da sentimenti intensi di vergogna, disgusto o colpa.
L’abbuffata del BED può quindi avvenire anche in assenza di fame, risultare molto più veloce del normale e proseguire fino a sentirsi fastidiosamente sazi. Inoltre l’abbuffata quasi sempre avviene in totale solitudine, a causa del senso di imbarazzo e vergogna che questa scatena.
Stiamo ovviamente parlando di abbuffate oggettive, che sono diverse dalle abbuffate soggettive.
Nelle abbuffate oggettive la persona consuma quantità di cibo significativamente maggiori rispetto a quanto la maggior parte delle persone mangerebbe in circostanze simili.
In un abbuffata soggettiva la persona ha la sensazione di aver perso il controllo, spesso a causa delle convinzioni legate alla cultura della dieta (ad es. non devo mangiare biscotti) ma potrebbe aver mangiato anche solo una piccola quantità di cibo (ad es. 3-4 biscotti).
In passato il BED veniva accomunato alla Bulimia Nervosa, ma ciò che lo distingue è l’assenza di comportamenti compensatori, come il vomito o l’eccessivo esercizio fisico.
Nonostante si pensi spesso che i disturbi alimentari siano per forza legati al peso, le persone che soffrono di Binge Eating possono essere in una condizione di normopeso, sovrappeso o obesità.
I criteri diagnostici del DSM-5 (il manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali) per il binge eating sono i seguenti:
A. Ricorrenti episodi di abbuffate. Un episodio di abbuffata è caratterizzato da entrambi i seguenti aspetti:
B. Gli episodi di abbuffata sono associati a tre (o più) dei seguenti aspetti:
C. È presente un marcato disagio riguardo alle abbuffate.
D. L’abbuffata si verifica, in media, almeno una volta alla settimana per 3 mesi.
E. L’abbuffata non è associata all’uso regolare di condotte compensatorie inappropriate (lassativi, digiuno, eccessivo esercizio fisico, ecc), e non si verifica esclusivamente in corso di bulimia nervosa o anoressia nervosa.
Ciò che distingue questo disturbo da occasionali episodi di sovralimentazione è la frequenza, l’intensità e il disagio psicologico che comporta.
È fondamentale comprendere che non si tratta di una semplice mancanza di “forza di volontà” o di un problema di “gola”, ma di un disturbo complesso influenzato da molteplici fattori fisiologici, comportamentali, psicologici e ambientali/sociali, spesso intrecciati tra loro.
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, il binge eating colpisce persone di ogni genere, età e corporatura.
Tra le cause fisiologiche e comportamentali troviamo la restrizione alimentare, periodi prolungati di restrizione calorica o diete rigide che creano un ciclo di privazione-abbuffata difficile da interrompere. Anche la disregolazione della glicemia può contribuire alle abbuffate.
Tra i fattori psicologici ci possono essere disturbi preesistenti, come disturbi d’ansia e disturbi dell’umore, bassa autostima, perfezionismo, traumi e abusi, e difficoltà a regolare le emozioni o a gestire lo stress.
Tra i fattori ambientali sicuramente possono influire la pressione sociale e culturale della diet culture e l’ambiente familiare. Le convinzioni dei familiari su peso e forme corporee che enfatizzano la magrezza e lo stare a dieta, i commenti negativi su peso e forma corporee, sono tutti comportamenti che possono esacerbare questi disturbi. Allo stesso modo anche imparare che il cibo è una ricompensa o una consolazione può avere un’influenza nello sviluppare comportamenti alimentari disfunzionali.
Come appena affermato, la cultura della dieta, o diet culture, contribuisce in modo significativo ai disturbi alimentari e al binge eating disorder.
Viviamo in una società che esalta standard irrealistici di bellezza e demonizza certi alimenti, creando un ciclo tossico di restrizione alimentare, abbuffate e senso di colpa, e più si cerca di controllarsi, più aumenta la tensione che porta alle abbuffate.
Essere continuamente espostə alla pressione per aderire a un determinato ideale estetico, ai social che promuovono l’insoddisfazione corporea, a giudizio e commenti negativi sui corpi, può contribuire allo sviluppo del disturbo da binge eating.
Il mindful eating, o alimentazione consapevole, è un approccio molto utile per chi soffre di BED. Il programma MB-EAT sviluppato dalla psicoterapeuta e ricercatrice Jean Kristeller, inizialmente è stato concepito proprio per aiutare le persone con disturbo da alimentazione incontrollata.
Il mindful eating aiuta a distaccarti dalle regole rigide, dal conteggio calorico e dall’eliminazione degli alimenti “proibiti”, e ti aiuta a riconnetterti con la saggezza innata del tuo corpo e a sviluppare una relazione più armoniosa e gioiosa con il cibo.
Con il mindful eating puoi imparare a:
Comprendere e riconoscere il Binge Eating Disorder è il primo passo verso la guarigione.
Fondamentale è poi un approccio multidisciplinare, in cui psicoterapia ed educazione alimentare, con l’aiuto di pratiche di consapevolezza come il Mindful Eating, lavorano in sinergia per trasformare e migliorare il rapporto con il cibo.
Se il lavoro terapeutico è utile a far emergere traumi, riconoscere ed elaborare emozioni, l’educazione alimentare deve essere volta non solo a raggiungere un’alimentazione equilibrata ma anche a scardinare tutte le convinzioni legate alla cultura della dieta e le regole restrittive a cui ci ha abituato. E il mindful eating, come abbiamo visto, aiuta a portare consapevolezza all’intera vita alimentare.
Ricorda che il percorso verso una relazione equilibrata con il cibo non è né semplice, né lineare, ma è possibile per ogni persona! Ci saranno giorni più facili e giorni più difficili, e questo è perfettamente normale. L’importante è mantenere un approccio di curiosità e apertura verso la propria esperienza, celebrando ogni piccolo passo avanti.
Se hai bisogno di supporto in questo percorso scopri cosa possiamo fare assieme in un percorso individuale. Se invece vuoi sperimentare il potere di un percorso immersivo e trasformativo, vai al percorso di gruppo di mindful eating Fai pace con il cibo.