Mindful eating: i nove tipi di fame

La fame dovrebbe essere un istinto naturale ma, come possiamo sperimentare ogni giorno, è sempre più difficile restare connessi con i segnali che il corpo ci manda.
Potresti non ascoltarli perché troppo impegnatə in altro, o potresti averli taciuti o non ascoltati per così tanto tempo che hai disimparato a riconoscerli; altre volte ancora ti potresti far manovrare dalla mente che decide cosa, quando, quanto mangiare indipendentemente dai segnali che arrivano dal corpo.

Solo i bambini hanno ancora questa capacità innata di ascoltarsi, di avere fame, di fermarsi quando sazi, ma poi crescendo trasformiamo questa connessione semplice ed innata in qualcosa di molto complicato.

Molte persone mi riferiscono di mangiare perché hanno fame, ma quando provo ad indagare su quali segnali avvertono, le risposte possono essere molto diverse tra loro e qualcuno non sa proprio rispondere. Questo perché esistono diverse esperienze, uniche e personali, che riconduciamo alla fame.
Mindfulness e mindful eating aiutano ad esplorare queste esperienze e a riconnetterci al corpo, per poterne osservare i segnali.

Nel programma di mindful eating MB-EAT riconosciamo la fame fisica e la fame emotiva (per sapere come distinguerle leggi qui).
Nel programma ME-CL di Jan Chozen Bays invece troviamo addirittura 9 tipi di fame per identificare tanti e diversi segnali che arrivano dal corpo.
In questo video youtube vediamo assieme quali sono questi 9 tipi di fame, cosa ci possono dire e come poter rispondere:

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La fame degli occhi

Come si suol dire, “anche l’occhio vuole la sua parte”.
La fame degli occhi è quella che possiamo percepire quando vediamo il cibo, quando ci troviamo davanti ad un buffet e non sappiamo scegliere, quando decidiamo visivamente la porzione da mettere nel piatto, quando vediamo una foto di cibo.
È una fame che puoi soddisfare anche mangiando cibo colorato, preparando con qualche dettaglio la tavola o impiattando con cura il cibo che hai preparato.

 

La fame del tatto

Il tatto lo usiamo per tutte quelle cose che mangiamo con le mani: frutta, finger food, pane, ecc, ma in molte culture diverse dalla nostra si mangia sempre con le mani, poiché usare le posate è come attaccare il cibo con un’arma, invece mangiandolo con le mani si instaura una connessione più profonda con esso. Inoltre anche le labbra sono sensibili e “toccano”.
Puoi soddisfare questa fame toccando il cibo con mani e bocca, restando pienamente presente all’esperienza.

 

La fame delle orecchie

Quando sentiamo qualcuno sgranocchiare subito pensiamo al cibo e a volte ci può venir fame; succede lo stesso quando sentiamo il tintinnio di stoviglie, piatti e pentole. È un richiamo, e non a caso molte pubblicità fanno leva sui suoni del cibo (il “crock” di un grissino, il morso sulla copertura di un gelato, ecc).
Anche i suoni legati al cibo possono stimolare la fame, e allo stesso tempo altri suoni, o il silenzio, possono soddisfare questa fame.

 

La fame del naso

Il profumo del pane sfornato, il profumo delle spezie, il profumo che viene emanato dal calore della pentola o del forno: sono tutti stimoli che possono far venir fame, fisicamente stimolando gli enzimi digestivi e la produzione di saliva, e mentalmente poiché pensiamo al cibo. Così come gli altri sensi anche la fame del naso ha bisogno di essere riconosciuta e soddisfatta, sia con il cibo sia con altri odori e profumi che ti piacciono.

 

La fame della bocca

La fame della bocca è il desiderio della bocca di sensazioni piacevoli. Nonostante il cibo passi per la bocca, non sempre riusciamo ad appagare questa fame. Mangiamo talmente di fretta e senza prestare attenzione al gusto, che spesso non riusciamo ad ottenere soddisfazione nemmeno dai cibi che ci piacciono.
Esplorando con attenzione il gusto di ogni boccone potresti scoprire che un tanto amato cibo non ti piace realmente, o che dopo un paio di bocconi non provi più piacere o che il gusto non dipende dalla quantità.
Puoi saziare la fame della bocca solo assaporando con massima presenza ogni boccone.

 

La fame dello stomaco

La fame dello stomaco è quella che spesso si identifica come la “vera fame” ovvero la pancia “che brontola”. Spesso però la pancia brontola all’orario in cui siamo soliti mangiare e se ci abituiamo a fare restrizioni o a saltare dei pasti non la percepiremo più: è molto dipendente dalle nostre abitudini.
Talvolta altre sensazioni di “buco allo stomaco” vengono scambiate per fame, come il senso di bruciore e di mal di stomaco o l’ansia e il suo senso di oppressione in mezzo al petto; questo potrebbe portarti a rispondere mangiando anche quando segnali e necessità sono altri.
È molto importante esplorare le sensazioni legate allo stomaco, saper decifrare i segnali veri di fame, il senso di vuoto e di pienezza, e far emergere i pensieri legati a questa sensazione corporea.

 

La fame delle cellule

Ogni cellula del corpo ha bisogno di micro e macronutrienti e in carenza di uno o più nutrienti il corpo ci manda segnali e li richiede. Si tratta di una fame innata e naturale ma serve essere strettamente connessi al corpo per sentirla.
Per riconoscere i segnali di questa fame del corpo è necessario avvicinarsi ad un’alimentazione più equilibrata, che ti faccia sentire più energicə, più lucidə mentalmente, meno stanchə e quindi meno “drogatə” e appesantitə dal cibo industriale; in questo modo sarà più facile ricevere segnali dal corpo, riconnettendoti alla saggezza interiore e imparando ad ascoltarti in maniera profonda e senza giudicare.

“Attraverso la mindfulness possiamo diventare più sensibili alla fame delle cellule e separare quello di cui il corpo effettivamente ha bisogno da ciò che la mente ci chiede. Se ci fermiamo e ascoltiamo attentamente, e lo facciamo spesso, forse riusciremo a fare quello che fanno gli animali, ovvero saggiare il cibo e sapere se è quello di cui hanno bisogno”
J. Chozen Bays

 

La fame della mente

La fame della mente è quella che in genere governa le nostre scelte.
Tutte le informazioni che raccogli con i sensi, tutto ciò che leggi, che vedi, che conosci viene rielaborato dalla mente per dirti cosa mangiare: cosa è giusto o meno mangiare, quali alimenti puoi o non puoi concederti, quali cibi devi scegliere.
La mente detta i “devo” e i “posso”, giudica le nostre scelte e il nostro corpo, decide sovrastando altri segnali dei sensi e del corpo che quindi ci disabituiamo ad ascoltare.
La fame della mente ha anche una parte positiva poiché ti serve per conoscere, per apprendere, per scegliere; la differenza è che in questo caso sarai tu ad usare la mente, e non lei che ti usa e governa le tue scelte.

 

La fame del cuore

Questa fame è dettata dalle nostre emozioni: mangiamo perché siamo tristi, mangiamo tra un pasto e l’altro perché spinti da emozioni come ansia, rabbia, noia, solitudine o mangiamo i cosiddetti comfort food perché ci ricordano qualcosa di positivo del passato.
Ma il cibo è solo cibo, e nonostante possa avere questa valenza consolatoria, non sempre riesce a soddisfare la fame del cuore.
Per soddisfare la fame del cuore è necessario riconoscere quell’emozione, portarla a galla e rispondere ad essa in maniera appropriata: ad esempio se sei stancə rilassati, se sei annoiatə trova un hobby o se ti senti solə fai una telefonata a qualcunə; il cibo non è la risposta per tutto.

“Quasi sempre chi ha un rapporto non equilibrato con il cibo lo ha perché è inconsapevole della fame del cuore. Nessun cibo potrà mai soddisfare questo tipo di fame. Per soddisfarla dobbiamo imparare a nutrire il nostro cuore”.
Jan Chozen Bays

 

Se vuoi essere accompagnatə nell’esplorazione dei segnali del corpo possiamo iniziare un percorso individuale. Se preferisci farlo all’interno di un gruppo accogliente e non giudicante, puoi partecipare alla prossima edizione del percorso di mindful eating, che aprirà le sue porte a marzo.